Quando siamo bilanciati e in equilibrio nel nostro insieme, tutto si svolge armoniosamente. Certo le sfide non mancano ma siamo meglio “attrezzati” nell’affrontarle.
Quando invece siamo sbilanciati da un’emozione, un pensiero o altro, tendiamo a creare ulteriore caos e disarmonia, dentro e fuori di noi. Le cose ci vanno più facilmente storte e diventiamo meno abili nell’affrontare le prove che ci attendono. Allo stesso tempo le risposte che otteniamo dalla vita, per risonanza sono più confuse e meno funzionali.
Questo é quello che molti approcci filosofici ed esoterici chiamano stato di separazione, dualità.
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Quando per troppo tempo viviamo solo un certo tipo di emozione, o comportamento, o pensiero corriamo il rischio di sbilanciarci. Ecco che se siamo sempre nella rabbia o nella paura, nella fuga o nell’attacco, nel vittimismo o nell’arroganza così come nella bontà o nella generosità o altro, ci identifichiamo solo con quello stato, dimenticando il “fluire”. Se questo dura per un periodo piuttosto lungo finisce anche che perdiamo consapevolezza dell’altro polo dell’equilibrio fino a quasi pensare che non esiste più e questo, soprattutto nel caso di poli “negativi”, può diventare fonte di dolore e sofferenze anche prolungate.
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Bilanciare le polarità é ciò che ci permette di trovare un’equilibrio. Se vivere un’emozione positiva ne controbilancia una negativa, è vero anche il contrario. La nostra lotta per l’equilibrio é costante, è questo lo stato d’animo più prezioso. Positivo e negativo sono i due poli tra i quali scorre la vita. Proprio come succede nella pila, se sono in equilibrio siamo carichi di energia, se uno dei due è carente o in eccesso andiamo in assenza, siamo scarichi e funzioniamo meno.
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Quando ascoltiamo il nostro dialogo interiore ed esteriore dalla radice del terzo occhio, all’interno della nostra testa, ci accorgiamo di essere al centro di un sistema che si comporta come una bilancia. In quel punto c’è equilibrio ma il nostro dialogo che oscilla continuamente tra razionale ed irrazionale, tra logico e fantasioso, tra spontaneo e formale, tra credenze e verità, tra passato e futuro, tra davanti e dietro, tra vicino e lontano, tra amici e nemici, ecc. ecc. se da una parte ci da un bel senso di movimento dall’altra ci da insicurezza ed agitazione. Alle volte poi ci “sbilanciamo” su un aspetto piuttosto che un altro, allora diventiamo troppo se non solo razionali, o fantasiosi, o formali e così via, con il risultato di una sensazione permanente di disagio o insoddisfazione. Trovare il centro, il punto di equilibrio della bilancia diventa allora non solo cosa desiderabile ma anche ambita.
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Esiste un punto dentro di noi, all’altezza degli occhi e all’interno della scatola cranica, dove i nervi ottici s’incontrano (chiasma) e dove le antiche tradizioni esoteriche posizionavano la radice del terzo occhio (l’occhio dell’anima). È in questo punto che possiamo percepire il suono come suono universale: Om, Aum, Amen. Stimolando opportunamente questo punto, con una particolare postura e tecnica di canto, veniamo enormemente facilitati nel diventare osservatori del nostro dialogo interiore e suoi trasformatori.
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L’Osservatore non è in nessun luogo, non é ne bene ne male, semplicemente é.
Osservando comprende la realtà più profondamente e questo gli permette di essere libero, consapevole e di scegliere di volta in volta come agire, oltre gli automatismi.
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La fisica quantistica, ormai da molti decenni, ci insegna che l’osservatore ha un ruolo fondamentale nell’esperienza di misurazione della realtà.
Sempre la fisica ci dice che se siamo nel qui ed ora, il campo quantico ci offre infinite possibilità, perciò in ogni momento possiamo scegliere di modificare il nostro destino.
Tutto ciò ci è stato tramandato anche dalle antiche tradizioni: ogni volta che osserviamo la realtà senza preconcetti, con uno sguardo puro, infinite potenzialità di cambiamento ci si prospettano e possiamo scegliere di modificare ciò che ci limita e non ci rispecchia più. Questa é la “magia” del qui ed ora, del campo quantico e dell’osservatore.
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Appena smettiamo di credere alle profezie autoavveranti si apre per noi la possibilità di diventare cocreatori del nostro destino. Quando smettiamo di credere che: é sempre stato così è sempre lo sarà; sono fatto così e non posso cambiare; é questo il mio carattere non posso farci niente; tanto poi finisce sempre male; ecco é la solita storia; non c’è la posso fare ecc. ecc., ecco quando finiamo di crederci inizia per noi il “viaggio”. Partendo potremmo scoprire che il cambiamento è forse più impegnativo di quanto pensavamo ma una volta fatto il primo passo, la meta é già più vicina.
🔸ascolta il tuo dialogo interiore e osserva quante le volte che ti stai dando un limite, ti stai criticando o dando una definizione negativa. Ascolta l’emozione che questo ti suscita. Per ora semplicemente osserva ed ascolta.
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Il dialogo interiore é il continuo chiacchiericcio che abbiamo con noi stessi e con gli altri che abbiamo interiorizzato. Ha un grandissimo peso nel determinare la nostra vita, consciamente o inconsciamente, in quanto condiziona il successo delle nostre azioni. Se ci diciamo che una cosa é sbagliata o che andrà male aumentiamo enormemente la possibilità che sia così, allo stesso modo ciò vale quando ci diciamo che tutto andrà al meglio. Se poi gli stati d’animo, la postura del corpo, le parole del dialogo sono coerenti con la nostra profezia, questo la rende realizzata al 100%. Se desideriamo però migliorare la nostra vita e viverla al meglio, abbiamo bisogno di conoscere il nostro dialogo ed essere noi a gestirlo piuttosto che il contrario. In altra parole smetterla di credere a questo tipo di profezie.
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Così come comunichiamo con gli altri altrettanto facciamo con noi.
All’interno di noi stessi continuamente esprimiamo pareri su di noi, su quello che accade, ci complimentiamo, ci giudichiamo, giudichiamo gli altri, commentiamo. Litighiamo con noi stessi, con gli altri, ci diciamo belle o brutte parole. Sostanzialmente ci raccontiamo il nostro mondo e, attraverso questo dialogo, continuiamo a preservarlo così com’è, nel bene o nel male. Continuamente ci riconfermiamo le credenze imparate nell’infanzia, i meccanismi di difesa, le strategie di vita. E giorno per giorno il mondo nato dal nostro dialogo interiore, diventa sempre più reale.
🔸in qualsiasi momento della giornata, quando ti senti pronto a farlo, poni semplicemente attenzione al tuo dialogo interiore. Cosa ti stai dicendo?
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