Appena smettiamo di credere alle profezie autoavveranti si apre per noi la possibilità di diventare cocreatori del nostro destino. Quando smettiamo di credere che: é sempre stato così è sempre lo sarà; sono fatto così e non posso cambiare; é questo il mio carattere non posso farci niente; tanto poi finisce sempre male; ecco é la solita storia; non c’è la posso fare ecc. ecc., ecco quando finiamo di crederci inizia per noi il “viaggio”. Partendo potremmo scoprire che il cambiamento è forse più impegnativo di quanto pensavamo ma una volta fatto il primo passo, la meta é già più vicina.
ascolta il tuo dialogo interiore e osserva quante le volte che ti stai dando un limite, ti stai criticando o dando una definizione negativa. Ascolta l’emozione che questo ti suscita. Per ora semplicemente osserva ed ascolta.
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Il dialogo interiore é il continuo chiacchiericcio che abbiamo con noi stessi e con gli altri che abbiamo interiorizzato. Ha un grandissimo peso nel determinare la nostra vita, consciamente o inconsciamente, in quanto condiziona il successo delle nostre azioni. Se ci diciamo che una cosa é sbagliata o che andrà male aumentiamo enormemente la possibilità che sia così, allo stesso modo ciò vale quando ci diciamo che tutto andrà al meglio. Se poi gli stati d’animo, la postura del corpo, le parole del dialogo sono coerenti con la nostra profezia, questo la rende realizzata al 100%. Se desideriamo però migliorare la nostra vita e viverla al meglio, abbiamo bisogno di conoscere il nostro dialogo ed essere noi a gestirlo piuttosto che il contrario. In altra parole smetterla di credere a questo tipo di profezie.
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Così come comunichiamo con gli altri altrettanto facciamo con noi.
All’interno di noi stessi continuamente esprimiamo pareri su di noi, su quello che accade, ci complimentiamo, ci giudichiamo, giudichiamo gli altri, commentiamo. Litighiamo con noi stessi, con gli altri, ci diciamo belle o brutte parole. Sostanzialmente ci raccontiamo il nostro mondo e, attraverso questo dialogo, continuiamo a preservarlo così com’è, nel bene o nel male. Continuamente ci riconfermiamo le credenze imparate nell’infanzia, i meccanismi di difesa, le strategie di vita. E giorno per giorno il mondo nato dal nostro dialogo interiore, diventa sempre più reale.
in qualsiasi momento della giornata, quando ti senti pronto a farlo, poni semplicemente attenzione al tuo dialogo interiore. Cosa ti stai dicendo?
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Una comunicazione efficace é una comunicazione coerente. Indipendentemente da cosa e a chi stiamo comunicando se a noi stessi o agli altri, non saranno solo le parole che usiamo a determinare l’efficacia della nostra comunicazione. Le parole, il tono, il volume, il lessico, le emozioni coinvolte, i pensieri sottesi, l’immaginazione attivata e l’espressione corporea sono elementi fondamentali nella qualità della nostra comunicazione. Più sono coerenti far di loro e migliore é la nostra comunicazione.
partendo da una stessa frase, ad es: Ho tutta l’energia per vivere al meglio questo momento; prova a dirla più volte ad alta voce ma a cambiare ogni volta qualche fattore. Ad esempio prova a dirla con un tono triste e poi uno allegro. Prova a farlo accasciato su una sedia o in piedi a braccia aperte. Prova più varianti. Qual’è l’espressione che più ti corrisponde ed é coerente con te?
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Le parole sono semi che piantiamo in noi e in chi ci ascolta. Ogni volta che parliamo rendiamo concreto e tangibile qualcosa che prima non lo era. Sia che si tratti d’amore o di odio, dirlo li rende reali. Quando raccontiamo qualcosa di brutto che ci é accaduto ricreiamo ancora una volta in noi e nell’altro la stessa situazione. Alle volte questo ci può aiutare a diventare più consapevoli ma altre volte diventa solo un modo per continuare a creare dolore. Allo stesso tempo raccontare cose piacevoli da a loro forza e questo si riverbera in noi e negli altri rinforzando le nostre qualità positive e la nostra capacità di vivere.
Quando ne hai voglia prova ad osservare le tue parole. Come le stai utilizzando? Cosa esprimi più comunemente? Scopri attraverso le tue parole a cosa stai dando attenzione.
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Se la nostra prima espressione é il suono ben presto impariamo a comunicare con esso è a renderlo via via più articolato e complesso, arrivando alle parole. E le parole ci svelano subito un nuovo aspetto del mondo e di se stesse, mostrandoci il loro potere. Attraverso le parole possiamo rendere felice qualcuno o ferirlo. Possiamo cambiare la nostra vita in un attimo attraverso un semplice si o un no. Cominciando a parlare impariamo così ad utilizzare uno dei più importanti strumenti di potere personale a nostra disposizione.
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Attraverso il suono possiamo esprimere in modo originale ed autentico le nostre emozioni e la nostra creatività. Possiamo farci ispirare da eventi esterni ma anche da ciò che accade dentro di noi per creare nuove composizioni che rispecchiano il nostro vissuto.
Mettiti in un luogo tranquillo, chiudi gli occhi, sintonizzati sul tuo respiro. Lascia andare la voce pronunciando la vocale O, tienila il più a lungo possibile senza modularla, fai questo per tre volte. Poi emetti una qualsiasi vocale a tuo piacere ma questa volta divertiti a modularla: più alta, più bassa, fallo per tre volte, ogni volta con una vocale diversa. Infine lascia andare la voce in un canto libero. Quando hai finito ascolta nel corpo la vibrazione.
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Ci sono suoni che appartengono alla nostra infanzia. Filastrocche, canzoni, modi di dire ma anche il timbro di voce della mamma, del papà, degli altri familiari. Parole sussurrate o gridate ma in ogni caso piene di emozioni. È in famiglia che si forma la gran parte della nostra educazione emozionale.
Esplora le tue emozioni attraverso il suono. Mettiti in un luogo tranquillo, chiudi gli occhi, sintonizzati con il respiro e lascia andare la voce all’U universale del post precedente. Continuando a cantarlo prova ad immaginare un tuo familiare e osserva come cambia la vibrazione, il tono, l’espressione del viso o del corpo. Diventa consapevole delle tue emozioni.
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Esiste un suono universale che racchiude tutti e quanti i suoni e le loro potenzialità. Lo possiamo udire quando siamo in alta montagna, se ascoltiamo attentamente. È un suono sottile quasi una vibrazione. Se lo ascoltiamo per un po’ sentiamo tutto il corpo che si armonizza e si acquieta. Nelle tradizioni orientali é stato rappresentato dal mantra Om, Aum, nella nostra cultura con la parola Amen. Ogni volta che lo pronunciamo attiviamo qualsiasi frequenza, qualsiasi suono presente in noi e nell’ambiente e l’armonizziamo, dando un valore universale alle nostre preghiere o alla nostra meditazione.
Mettiti in un luogo tranquillo, chiudi gli occhi, sintonizzati con il respiro, prova ad emettere un suono partendo dalla vocale U. Cerca però di pensare questo suono più simile al rumore che si sente in montagna che alla vocale stessa. Fallo per un po’. Ascolta il tuo corpo e il tuo campo energetico e apprezza i cambiamenti.
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Il modo in cui utilizziamo la voce é frutto della nostra evoluzione durata millenni. Attraverso l’imitazione e l’apprendimento ci siamo creati una base universale, in cui certi suoni corrispondono alla nostra natura più istintiva e anche a specifiche emozioni. Ma ce ne sono altri che impariamo ascoltando i nostri modelli famigliari e che hanno caratteristiche più personali. Altri ancora che nascono ispirati, come nel caso degli artisti. Così attraverso la voce possiamo esprimere l’universale, il personale il creativo e vibrare contemporaneamente a tutte quelle frequenze.
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